Stupisce la notizia (riportata in precedenza anche da K4Biz http://www.key4biz.it/News/2007/12/18/Tecnologie/VoIP_VON_Coalition_Europe_riforma_Ue_Intel_Google_Microsoft_Skype_Voxbone.html) della nascita della VON Coalition, neonata coalizione promossa da da Intel, Google, Microsoft, Skype e Voxbone, che si scaglia contro le raccomandazioni della Commssione Europea in materia di VoIP.
In sintesi i promotori ritengono che fissare regole stringenti in uno stadio così prematuro dello sviluppo della tecnologia possa “…nuocere alla sicurezza pubblica, frenare l’innovazione e la concorrenza, restringere l’accesso a offerte di comunicazioni innovative”"
E' una preoccupazione più che lecita temere che una regolamentazione inadeguata possa frenare l'innovazione, lo sviluppo e la concorrenza dei servizi su IP, ed è la medesima preoccupazione che ha spinto due anni e mezzo fa un gruppo di aziende e non solo, sensibili alle problematiche dei servizi su IP, a fondare il Voipex, il consorzio che ho l'onere ed onore di presiedere. Ed è la medesima preoccupazione che ha spinto i regolatori europei, in primis quello italiano, ad occuparsi per tempo del problema, analizzandolo in ogni sua parte ed a produrre un corpus regolamentare che mira proprio a garantire che i servizi IP possano evolvere senza distorsioni competitive, senza limitare l'innovazione e mettendo al centro la tutela dell'utente, in particolare quelli meno tecnologici.
Ed è stata proprio l'Italia la prima tra i regolatori europei ad essere innovatrice, pubblicando nel 2006 la prima regolamentazione Voip della storia. Il documento ha fatto scuola in Europa tanto che ha ispirato gli altri regolatori che poi congiuntamente all'interno dell'ERG, hanno sviluppato il documento comunitario in materia di voip di recente pubblicazione.
Stupisce perchè la richiesta della Von Coalition di tenere sostanzialmente deregolamentato questo settore appare alquanto incoerente con quanto espresso dal documento regolamentare europeo.
Appare cioè che l’iniziativa dei quattro big non miri a liberalizzare VoIP in Europa, bensì a privarlo di quelle regole che assicurino al mercato un corretto equilibrio tra competizione ed innovazione, e di impegno, almeno minimo, verso l’utenza.
Un mercato privo di regole non è libero, è farwest, e nel farwest vige la legge del più grosso e prepotente. Mercato è competizione, è lotta come nel pugilato, ma se sul ring colpisci sotto alla cintura vieni penalizzato, perché esistono delle regole. Devi colpire e duro, ma sempre nel loro rispetto, ciò consente a tutti di provare a gareggiare, ed ai migliori, non ai più prepotenti, di vincere.
Le regole non devono creare barriere artificiali all’ingresso nel mercato, né devono intralciare l’innovazione e lo sviluppo dei servizi, ma devono invece sancire quei principi generali sovrastanti gli interessi dei singoli che difendano il mercato, e gli utenti, nella suo complesso. Nel settore delle comunicazioni elettroniche e dell'information society più in generale, è l’assetto regolamentare, più che la capitalizzazione societaria o la capacità tecnologica, a determinare le sorti delle aziende. Lo sanno bene tutti i colleghi che si occupano di reti e connettività: se non ci fosse un framework regolamentare che contempla l’esistenza degli incumbent e del concetto di dominanza e di irreplicabilità delle risorse essenziali, non avrebbero spazio sul mercato ne i grandi ne i piccoli, pur avendolo creato loro e non l'incumbent, questo mercato, nei lontani metà novanta. (e se tale framework fosse sempre rispettato ed opportunamente vigilato, le quote di mercato in mano agli operatori alternativi all’incumbent sarebbero ben maggiori)
Inoltre questo settore è condizionato più di ogni altro dalle cosiddette esternalità di rete, che sono sempre in agguato in modo anticompetitivo quando si ha a che fare con una customer base da trasformare in community grazie all’adozione di protocolli proprietari o di altre forme di “giardino protetto” nel quale far pascolare esclusivamente la propria utenza ed attrarre one-way sempre più utenza sottraendola agli altri operatori (ciò che ai convegni descrivo nella metafora della “nassa” http://guidotripaldi.typepad.com/imho/2007/02/che_cosa_una_na.html).
Ed il consorzio Voipex lo sa bene quanto contino le regole nei servizi over-ip, non a caso lavora quotidianamente sin dalla sua fondazione accanto ai vari organi istituzionali per far si che l’assetto regolamentare nazionale ed europeo da un lato si liberi dei vincoli che proteggono modelli di business formatisi su obsoleti principi tecnologici, e dall’altro garantisca la massima apertura all’innovazione ed alla competizione orientando le scelte regolamentari verso tecnologie interoperabili per evitare appunto fenomeni di nassa che spingano fuori mercato chi la nassa non la controlla.
Pensiamo ad esempio all’importanza che ha avuto per il settore e per l'utenza il principio sancito nella regolamentazione italiana ed ora in quella europea dell'obbligo d’interoperabilità nella Delibera VoIP di AGCom (11/06 CIR) dove, al fine di poter assegnare numerazioni del PNN per i propri servizi è necessario utilizzare standard tecnologici aperti e/o disponibili. Questo è di fondamentale importanza per tutelare innanzitutto l'utenza oltre che la concorrenza. Concedere che delle risorse pubbliche come le numerazioni telefoniche possano venir assegnate a servizi basati su tecnologie che non interoperino direttamente tra di loro, significherebbe nella pratica costringere due utenti che desiderino dialogare tra loro a scegliere il medesimo servizio Voip, o dever sostenere maggiori costi vista la necessità per gli operatori di dover sostenere i costi degli apparati di conversione tra i differenti standard non direttamente interoperabili, non sempre disponibili quando ci sono di mezzo protocolli proprietari.
Proprio l'aspetto di mancata interoperabilità ed indisponibilità delle specifiche di protocollo, ad esempio, ha impedito a Skype di poter diventare operatore telefonico a tutti gli effetti ed avere così la possibilità di ottenere nel nostro Paese archi di numerazione.
La regolamentazione italiana ed europea giustamente distingue tra ciò che è un sistema Voip da quello che è un servizio telefonico basato su Voip. Nel primo caso lascia espressamente la mano completamente libera, nel secondo caso definisce le regole di base per tutelare gli utenti e la concorrenza.
Proprio queste regole hanno determinato lo svilupparsi di una vasta pletora di servizi voip-based, adatti a tutte le tasche e a tutte le esigenze. Intendiamoci, Skype laddove desidera trasformarsi da software-house ad operatore telefonico, deve poter competere nel nostro Paese come in Europa, tanto quanto qualsiasi altro operatore, ma lo deve fare rispettando alcune regole di base comuni a tutti, in questo caso garantire la diretta interfacciabilità (interoperabilità appunto) del proprio servizio con quello di tutti gli altri (e se questo vale per un operatore emergente come Skype, figuriamoci quanto sia importante che ciò valga per operatori già dotati di una customer base molto ampia..).
E la regolamentazione italiana ha fatto scuola in Europa, tanto che durante la presidenza italiana all'ERG è stato prodotto dopo anni di tentativi il Common Position VoIP (http://www.erg.eu.int/doc/publications/consult_draft_cp_voip/erg_07_56_rev1_voip_draft_cp.pdf e http://circa.europa.eu/Public/irc/infso/egea/library) avversato la VON Coalition. Se leggiamo il documento nei confronti del quale la VON Coalition si scaglia, ritroviamo invece molto buon senso ed una corretta lettura delle problematiche legate alla fornitura dei servizi Voip.
Ad esempio, la task force propone che:
- All telephony service providers should be obliged to provide access to emergency services.
ovvero, è importante che gli utenti qualora sottoscrivano un servizio Voip come alternativa ad un servizio PATS, non siano privati della possibilità di raggiungere i servizi d'emergenza (per la localizzazione, vedi più avanti)
- The ability to provide access to the emergency services should be removed as a factor in the definition of PATS in the Universal Service Directive
è un punto importante: serve a non far ricadere i servizi Voip che decidono di consentire le chiamate d'emergenza all'interno della categoria PATS (per non intercorrere così, incidentalmente, in tale categoria e dover corrispondere i maggiori oneri previsti che poi invariabilmente ricadono sugli utenti)
- Routing should be provided to the locally responsible PSAP to the extent allowed by the technology.
- Information about the caller’s location should be provided to the extent allowed by the technology .
come già detto, l'approccio della task force è illuminato: la geolocazione dell'utente e l'instradamento al centro servizi non sono obbligatori in quanto hanno compreso che sono impossibili da garantire in moltissime situazioni, quindi suggeriscono di fornire tali prestazioni nei soli casi dove sia tecnicamente fattibile.
- Telephony service providers should be obliged to provide the emergency response centre with information on whether the call originates from a fixed or a potentially nomadic user.
richiesta più che ragionevole: l'operatore puo' con una discreta probabilità sapere se l'utente che sta originando la chiamata è nel proprio domicilio abituale oppure se è nomadico (ad esempio riconoscendo l'IP di origine), e quindi puo' facilmente, nel consegnare la chiamata al centro di emergenza, fornire indicazioni in base alla supposta posizione dell'utente.
- Telephony service providers should be obliged to clearly inform subscribers about any limitations in the services as compared to the traditional telephony service.
- The information should be provided in comparable way in different MS, e.g. in the terms and conditions of contract, by means of a sticker on device or clearly visible information in bills.
è corretto: trasparenza innanzitutto
- Emergency calls should be setup with the priority, quality and availability to the extent allowed by the technology.
anche qui si rimanda alla fattibilità concessa dalla tecnologia
La taskforce si è espressa anche in merito alla numerazione, in particolare:
- Numbering plans should be technologically neutral, based on the service
descriptions and the same number ranges should be available within those
service description. This means that, geographical numbers for traditional
telephony services and geographical numbers for VoIP services should share
the same number range, that is, come from a common “number pool”.
- Nomadism is an essential feature of VoIP services which should not be
restricted. Nomadism does not preclude member states from maintaining the
geographical meaning of geographical numbers if wished; this can be achieved
by allocating such a number only to subscribers with a main location
(address) in the corresponding geographical zone, as defined in the national
numbering plan.
- Number portability is important from a user and competition point of
- There should be an obligation to port numbers to any service provider
which satisfies the conditions of use of the appropriate number ranges.
direi un approccio alquanto progressista rispetto all'attuale assetto normativo che gestisce la numerazione in modo NON tecnologicamente neutrale...
Da quanto sopra riportato, stupisce che la VON Coalition sia un
organizzazione che si dichiara dedicata a:
“The organization is dedicated to dispelling misconceptions about
IP-based phone service and addressing topical concerns, such as questions
about 911 support issues; privacy and security; power failures and call
quality through a series of consumer outreach activities”
in quanto le raccomandazioni dell'ERG semmai minano alcuni presupposti dello status quo dei servizi telefonici tradizionali a favore di quelli VoIP based, proprio su questi aspetti.
Ho il sospetto invece che, pur non dichiarandolo, la Von Coalition sia intimorita dagli obblighi di interoperabilità end-to-end sottesi nei seguenti punti della raccomandazione ERG:
· NRAs may have to ensure that all types of interconnection which are
technically feasible are possible, ensuring end-to-end connectivity and
allowing for full interoperability of the IP based services offered to the
customers of the interconnecting networks; for this reason, operators should
be encouraged to give access to the technical interfaces, protocols and all
other technologies necessary for the interoperability of IP based services,
and to use standard interfaces and protocols.
· Regulators should take account of the need for interoperability and
quality of service at all levels of the value chain. A more ubiquitous
application of Article 5 of the Access Directive may be needed to ensure
end-to-end connectivity as well as allowing users to access services
provided by another undertaking.
· The transition towards NGNs entails several structural changes such as
rearrangement of core network nodes and points of interconnection, number of
points of interconnection or changes in the number of network hierarchy
levels, as well as the question of interconnection tariffs. Furthermore
ERG (07) 56 Rev1 38 IP-interconnection may be differentiated along the lines
of services, according to quality of service classes or not differentiated
at all.
Garantire l'interoperabilità, per poter assurgere al ruolo di operatore rispetto a quello di semplice fornitore di un software o di un servizio ECS Voip, obbligherebbe all'interoperabilità, ovvero rinunciare alla possibilità di tessere una nassa dove catturare in modo esclusivo gli utenti.
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