Qualche giorno fa, al termine di una lezione sull’evoluzione dei sistemi di comunicazione agli studenti di Scienze Politiche dell'Università di Roma Tre, ho chiesto se notassero differenze tra l'atteggiamento dei propri fratelli quindicenni nei confronti della Televisione rispetto a quello proprio di quando avevano loro quell’età.
Le risposte sono state molto interessanti: hanno affermato che i fratellini stanno dando molta meno importanza al mezzo televisivo di quanto loro stessi non stiano dando e non abbiano dato nella propria adolescenza, minore per ruolo ed utilizzo, una netta diminuzione della centralità del mezzo televisivo nelle attività quotidiane. Mezzo meno usato, e usato diversamente rispetto al passato.
Anche per Internet è emersa una fondamentale differenza, pur considerandola per se irrinunciabile, gli studenti affermano di considerarla solo uno strumento, mentre i fratelli quindicenni la considerano un pezzo della propria vita, del proprio essere: non strumento, bensì protesi. Non solo un sistema per informarsi, intrattenersi e comunicare, ma per sviluppare la propria socialità, esprimere la propria personalità, espandere la fantasia, affermare la propria individualità.
Non è un fatto anagrafico, bensì generazionale.
Il posizionamento anagrafico rafforza certi atteggiamenti, ma non li determina.
Douglas Adams diceva "Tutto ciò che abbiamo già attorno quando nasciamo, ci appare semplicemente una cosa normale". E' la differenza tra chi acquisisce una nuova condizione, e chi ci nasce in quella condizione.
Da bambino avevo a disposizione solo la TV dei Ragazzi, all'epoca c'erano solo due canali, ed in casa un solo televisore ed un solo telefono.
Un adolescente di oggi è nato in mezzo a centinaia di canali televisivi e radio private, e soprattutto in mezzo ai telefonini, alla realtà virtuale, ai computer, ad internet. Ha visto come normale ciò che per gli altri è stato vissuto come un cambio epocale, enormi gradi di libertà in più rispetto a qualsiasi altra generazione, nella fruizione e nella creazione.
Non è costretto come prima di lui fratelli e genitori, a sorbirsi e concentrarsi solo sulla limitata selezione (altrui) di cartoni animati e telefilm dei soliti canali TV. Oggi la scelta la fa da se, è lui che grazie a YouTube, MySpaces, BitTorrent, ma anche SecondLife, etc.. si ritaglia addosso la propria selezione personale d'intrattenimento ed informazione come fosse un vestito sartoriale, potendo sia produrre che “essere” un contenuto, facendolo diventare un pezzetto dell’intrattenimento e dell’informazione altrui.
L’adolescente d'oggi cavalca la coda lunga, l’asintotico insieme di nicchie che costituiscono l’infinita quantità d'offerta oggi disponibile.
Tra soli tre anni l’odierno adolescente entrerà gradatamente nel target preferito dell’industria e della pubblicità, sostituendo via via le generazioni precedenti. Ma non cambierà più il proprio nuovo atteggiamento nella fruizione mediale, cambierà solo i criteri di selezione.
Sapranno gli attuali strumenti di misura del consumo mediale, nati nell’era precedente per misurare il consumo tradizionale, fotografare correttamente il suo comportamento?
[pubblicato sul ilSole24Ore / Nòva del 7 giugno 2007, pag. 9]
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