La nassa è una "trappola per pesci"
Una nassa, per esser tale, ha tre caratteristiche:
- ha dentro un'esca che attrae la preda
- ha una via di accesso semplice e comoda
- una volta dentro la preda non può più uscire o ha soverchie difficoltà per farlo;
Spesso i business model e le business strategy sono pensati per essere una nassa. Si realizza un prodotto, un servizio, un accordo che sia invitante, interessante, goloso. Ma si ergono barriere all'uscita tipicamente basate su una qualche forma di esclusiva. Puo' essere un'esclusiva tecnologica, puo' essere un protocollo proprietario. E l'esponenzializzazione del numero di prede catturate si realizza costruendo una qualche forma di elementi di relazione tra le prede, si costituisce cioè un sistema, non solo una customer base. Ed un sistema, a differenza di una semplice customer base, costituisce una massa gravitazionale, più è grossa più ne attira e meno ne lascia scappare. E' il cosiddetto net-effect, ben teorizzato da Metcalfe (e revisionato da Odlizko e Tilly, e da Reed).
Sulle tecnologie e servizi basate sulla Rete questo tipo di nassa spesso si traduce nell'asso pigliatutto (The Winner Takes It All), ovvero nella creazione di un buco nero, un monopolio di un unico soggetto in una particolare attività o servizio. Si compete un po' solo all'inizio, poi uno e solo uno prende la volata e aumenta la sua massa, attraendo utenti/clienti e non lasciandoli uscire, come appunto in un buco nero. E come un buco nero attira ed inghiotte anche materia dei sistemi vicini: in un monopolio basato sul net-effect i mercati adiacenti e quelli derivati sono a rischio.
Molto interessante questa tua riflessione sviluppata attraverso uno strumento come la nassa. Bookmarkato :-)
Scritto da: Fabio | feb 07, 2007 a 13:06
grazie Fabio :-) e benvenuto in questo mio blog!
Peccato che agli amici vecchi e nuovi non si possa offrire un the o un bicchierino quando ti vengono a trovare nel proprio salotto virtuale
Scritto da: Guido Tripaldi | feb 07, 2007 a 14:02
GUIDOOOOO!!!
Non ci posso credere!
Aspettavo il tuo blog, non sai da quanto.
La differenza tra sitema e costumer base non è male.
Evviva IMHO!
:) dar
Scritto da: Dario Denni | feb 08, 2007 a 12:33
Beh, complimenti per l'IMHO, ora che sto tentando di lanciare un blog aziendale, ho trovato molti spunti nei tuoi post. semplice lineare non autoreferenziale e sopratutto interessante. Comunque a proposito della nassa, visto che siamo in Italia, il tuo posto mi fa venire in mente un signore che la nassa la sta gettando molto bene nel mare nostrum televisivo mediatico pubblicitario: si chiama Rupert Murdoch e ha capito che in questo paese a rischio di anarchia può veramente diventare la "TRAPPOLA PER PESCI" dell'intero sistema della comunicazione.
Scritto da: carlo alberto | feb 09, 2007 a 19:17
Carlo Alberto, i tuoi complimenti sono proprio generosi, ti ringrazio molto arrossendo un po'.. A questo punto mi ci devo proprio mettere d'impegno su IMHO ! ;-)
Condivido quanto tu dici in merito all'aggressiva politica di BSkyB. Premetto che su IMHO eviterò di prendere di mira direttamente questa o quell'altra azienda, questo blog non vuole essere uno strumento di denuncia o aggressione, ma di analisi, spero oggettiva e razionale, dei modelli, delle dinamiche. Non cercherò colpevoli, ma cercherò cause e ne calcolerò gli effetti, quantomeno ci proverò, spero con l'aiuto di molti. Ciò non significa non prendere esempi precisi, "nomi e cognomi" per intendersi. Intendo che l'intento è *dissezionare*, non *squartare* (anche se talvolta la tentazione è forte).
Riguardo a BSkyB, come dicevo, condivido buona parte delle tue osservazioni. Dico "buona parte" e non "completamente" solo perchè, se il sistema delle comunicazioni è a rischio, le minacce, imho, non derivano solo da Sky. IPTV sarà, forse, una realtà importante in un futuro non lontano, e al momento ci sono tutte le condizioni al contorno per vederne minacciato il pluralismo informativo e competitivo. Avevo già fatto un post su questo tema e altri ne seguiranno.
Tornando a BSkyB, è indubbio che ha monopolizzato il mercato della pay-tv su piattaforma satellitare. La sostituzione dei sistemi di codifica cifrata dei programmi, passando cioè dai sistemi IREDETO e SECA precedentemente utilizati da T+ e Stream (e disponibili commercialmente a chiunque), al proprietario sistema NDS (non licenziato a nessuno), ha eliminato la possibilità di competere sulle piattaforme satellitari nel settore della paytv.
L'integrazione verticale della catena tecnologica, il cui collante forte tra gli anelli è l'impiego del sistema di codifica proprietario, ha partorito un nassa dove si è impigliato, senza uscirne, una parte del PIL e del pluralismo italiano.
La riduzione del PIL altrimenti possibile deriva essenzialmente:
- dall'eliminazione di altre (potenziali) pay-tv dall'arena competitiva, e di tutto l'indotto che esse avrebbero generato (produzione/compravendita di contenuti, allestimenti tecnologici, etc..);
- dalla scomparsa dal mercato dell'elettronica di consumo dei decoder satellitari: nell'era t+/stream nei negozi di elettrodomestici c'erano intere scaffalature di decoder satellitari, e milioni di possibili clienti, oggi non c'è n'è più nemmeno uno: una perdita secca per il commercio. Colossi come Italtel, Nokia, etc.. non potendo produrre apparati NDS sono dovuti uscire dal mercato.
Il contraccolpo al PIL nazionale deriva anche dal conseguente indebolimento delle aziende di engineering elettronica italiane: venendo meno il mercato interno dei decoder non hanno potuto svilupparsi a sufficienza per espandersi su quello estero. Un'altra occasione persa per una parte dell'industria del nostro Paese, peccato! Speriamo non si ripeta (!).
Scritto da: Guido Tripaldi | feb 10, 2007 a 10:55
purtroppo le cose stanno ancor peggio di come spiegi tu cito questo insieme di notizie che danno il senso dell'effetto nassa sul sistema italia.cito dagospia, ma tanto si tratta di un collage, peraltro efficace, saluti cam
– SKY PREDATOR, LA GRANDE ANOMALIA TELEVISIVA INVENTATA DALLA SINISTRA DI PRODI E GENTILONI
Tira un'aria strana intorno a Sky Italia, l'azienda di Rupert Murdoch che dal luglio 2003 trasmette sulla piattaforma digitale. Quando il neozelandese Tom Mockridge arrivò in Italia in compagnia di altri due manager stranieri, si rimboccò le maniche e iniziò a combattere la sua fatica per rompere il duopolio Rai-Mediaset. A distanza di quattro anni i risultati sono eccellenti: Sky incassa 2,150 miliardi di euro dagli abbonamenti e nel 2006 ha raccolto 200 milioni di pubblicità. Gli indici di crescita degli abbonati hanno rotto la soglia dei 4 milioni e le previsioni negli uffici sulla via Salaria sono sempre più euforiche. A queste si aggiunge il consenso politico che arriva da Palazzo Chigi. Non è un mistero che Prodi e Gentiloni vedono in Sky e nello squalo Murdoch la realtà in grado di rompere il ricco paniere di Mediaset. Non è un mistero che SkyTg24 dell’ex mediaset Emilio Carelli si inginocchi, ogni volta che può, davanti alle prodezze di Prodi. E corre voce che tra i peones di Montecitorio sia sbocciata e radicata una lobby pro-Sky.
Non sorprende quindi che si cominci a intravedere un fronte sempre più largo di oppositori. In prima fila ci sono i produttori cinematografici italiani costretti dal monopolio satellitare di Murdoch a cedere i loro film a prezzi risibili – chiedere informazioni ad Aurelio De Laurentiis. A seguire, le aziende che realizzano fiction e inchieste per conto delle emittenti. Sky non produce nulla di simile; ad eccezione di ciò che va a finire nel contenitore del telegiornale diretto da Emilio Carelli e delle dirette televisive, il resto è materiale proveniente da Fox e dalle società satelliti di NewsCorp. I film e i documentari vengono fatturati a Sky Italia da New York e da Londra con la logica di una succulenta partita di giro.
(Lo Squalo Murdoch, suo figlio Lachlan e dietro di loro il fido Mockridge - U.Pizzi)
Per l'azienda di Murdoch e Mockridge non c'è alcun limite. La legge Gentiloni è così gentile con Sky Predator che non pone alcun tetto di produzione autoctona né alcun limiti di spot. In altri paesi come la Francia scatta l'obbligo di realizzare in casa almeno il 70% dei programmi che vengono trasmessi. Questo obbligo rappresenta certamente una barriera autarchica ispirata al classico sciovinismo francese, rispetto alla quale l'Italia lascia porte spalancate iperliberiste alla compagnia del magnate australiano. Non solo: Sky non ha alcun tetto per la raccolta pubblicitaria e può tranquillamente aumentare il canone di 2 euro senza che in Parlamento si strappino i capelli. Questa situazione, che fa incazzare i produttori cinetelevisivi, Mediaset e la Rai, sta per finire perchè nel mondo politico si sta organizzando una contro-lobby che vuole ridiscutere il ruolo del monopolista del satellite. A partire dalla legge Gentiloni.
Scritto da: carlo alberto | feb 12, 2007 a 12:41
Il post di Guido è molto interessante, e vorrei ringraziarlo per l'alta qualità del suo materiale. Mi sembra invece che l'ultimo commento fosse un tipico esempio italico di superficialità e giornalismo scandalistico. Non per altro è interamente preso da un sito che si occupa, per l'appunto, di giornalismo scandalistico.
In realtà, credo che se il problema deve essere affrontato, dovrebbe esserlo partendo da lontano. Ovvero: si possono facilmente comprendere le preoccupazioni di chi legge nella crescita di un grande gruppo globale nei media un calo del pluralismo, soprattutto in alcuni paesi dove il pluralismo è sempre stato custodito gelosamente. Non si riesce però a capire questa preoccupazione in Italia, dove la situazione di illegalità, sperpero di denaro pubblico e totale mancanza di progettualità pubblica non hanno equivalente nel mondo (si guardino gli interessanti rapporti della Open Society Institute per il Parlamento Europeo, http://www.eumap.org/).
Tralasciando queste questioni, che forse attengono più alle opinioni personali, credo che sia più interessante esplorare il nocciolo del problema: ovvero, se gli effetti rete possano modificare la tradizionale analisi antitrust, secondo cui l'intervento in un mercato ad alta tecnologia deve essere fatto solo in condizioni eccezionali, e quando sia chiaro che la perdita in termini di benessere collettivo sia maggiore del guadagno.
Non è chiaro che sia sempre così. C'è una letteratura molto vasta in economia industriale sugli effetti rete (e ovviamente sulle esternalità positive, che ne sono la causa principale). Quello che non è chiaro è che questi effetti rete predispongano sempre e in ogni caso delle situazioni di "massa critica" superate le quali gli equilibri di mercato diventano irrecuperabilmente sbilanciati. E' quindi necessario analizzare i casi individualmente.
Nel caso di cui si parla, ovvero quello della TV a pagamento, è tutto da dimostrare che il passaggio da un modello "aperto" (aggettivo molto usato, ma tutto da definire) ad un modello integrato (ovvero quello in cui si sceglie un sistema di accesso condizionato e un modello di ricevitore che sono sotto il controllo dell'emittente), si causerebbe una monopolizzazione del mercato. L'affermazione secondo cui il passaggio da Irdeto e Seca a NDS avrebbe causato una impossibilità di competere nel mercato della pay-TV in Italia è semplicemente fuorviante. Ciò che determina la possibilità di competere nel mercato della pay-TV, così come in ogni altra industria a rete, è la disponibilità degli input: nel caso della pay-TV, la disponibilità dei diritti dei programmi (premium e non); nel caso delle telecomunicazioni, la disponibilità di una rete e di un'infrastruttura adeguata.
Il passaggio da Irdeto e Seca a NDS ha determinato solo la chiusura drastica della pirateria in Italia, ovvero del principale motivo per cui Stream e Telepiù erano attivi da 5 e 8 anni rispettivamente e costantemente in perdita. Ciò che ha determinato il successo di BSkyB in Inghilterra è piuttosto il modello di business del decoder gratuito, che ha determinato un take-up molto veloce del servizio.
Tuttavia è assolutamente infondato pensare che questi due fattori determinino l'impossibilità di competere nel mercato della pay-TV. Così come dimostrato proprio da BSkyB, si può entrare nel mercato semplicemente comprando i diritti, sostenendo i relativi (e molto ingenti) costi e rischi, scommettendo sulla forza di un modello di business che è aperto a tutti. BSkyB lo ha fatto, ed è stata premiata. Chi oggi parla di monopoli sul satellite dovrebbe semplicemente riflettere sul fatto che i diritti sono a disposizione di tutti, e sono regolarmente venduti all'asta.
Ben diversa è la situazione dove un'azienda ha un controllo esclusivo su un input non replicabile. In questo caso, ogni scelta di modello di business e/o di standard (come uno standard di accesso condizionato), potrebbe effettivamente avere conseguenze devastanti sulla concorrenza.
Un caso intermedio è quello di un'azienda che, nonostante non abbia un controllo esclusivo su un input non replicabile, abbia imposto uno standard che si sia imposto come non replicabile: in questo caso sarà lo standard ad essere un input per tutti coloro che si trovino nel mercato. Questo è il caso, per esempio, di Microsoft con Windows. Anche se standard diversi sono configurabili (per esempio, Linux), la diffusione di un certo sistema operativo e l'inerzia dei consumatori possono realmente impedire alla concorrenza di svilupparsi. In questo caso, però, c'è sempre lo strumento dell'antitrust, che non a caso è stato utilizzato proprio contro Microsoft.
Resta fermo che, da ultimo, è sempre la tecnologia a scalzare qualunque monopolio. Insieme, magari, ad una buona dose di creatività e di spirito imprenditoriale!
Scritto da: gino bramieri | feb 20, 2007 a 18:21
Davvero un bel post, finalmente non banale, originale e che aiuta a pensare sull'argomento senza per forza fare crociate... cosa che invece qualche commento...
Scritto da: Guido | mar 07, 2007 a 17:43
Ciao Guido, veramente un bell'esempio, che userò di brutto nei miei articoli.
Bisognerebbe fare il gioco delle nasse:
1 - Itunes, se hai acuistato dei brani e l'ipod fa lo str...ano, ti accorgi che puoi solo ..... comperare un altro Ipod
2 - Telefonia mobile con telefonino gratis, uscire è impossibile.
3 - L'amore, la nassa per eccellenza. Entrare è l'esperienza più bella di tutte. Però, una volta che sei dentro, se vuoi uscire.....
Scritto da: Cdv | mar 23, 2007 a 00:01
Scritto da: Den | giu 04, 2007 a 14:11
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Scritto da: Marylou | set 21, 2012 a 00:02